Ad un certo punto sembra quasi che tutti si siano messi d'accordo e
preparino la stessa ricetta. Compro un giornale di cucina ed in
copertina ha una bellissima torta di meringa con i frutti rossi.
All'interno trovo un'intero articolo sulle meringhe con una quantità
di varianti, una più golosa dell'altra. M'intrattengo a guardare
l'ennesimo programma televisivo che parla di cucina e fanno la
meringa. Compro un secondo giornale di cucina, il famosissimo mensile sulla cucina italiana, ed anche su questa copertina campeggia una torta di meringa. A questo punto mi chiedo:ma sono l'unica che non fa (o non sa
fare) le meringhe?
In effetti non so se le so fare davvero. L'unica
volta che ricordo di aver fatto qualcosa di simile risale ai tempi
dell'università. Non so come, a me ed alla mia compagna di studi,
venne in mente di fare le meringhe, anziché studiare... Il risultato
lo ricordo piuttosto scarsino, meringhe un po piatte e forse non
proprio ben cotte. A nostra discolpa devo dire che ricordo
perfettamente che il forno messo a disposizione dal nostro padrone di
casa non era poi un granché. Dopodiché il vuoto. Non ho mai più
provato a fare niente del genere. Ne una pavlova (!!??!?) ne i nostri
tipici bianchini. Non mi è mai più passato per la mente che avrei
potuto tentare con questa preparazione. Se poi si considera che le
meringhe sono accompagnate da una fama di difficoltà che si annida
in ogni momento della preparazione è normale mettere sempre da parte
questo tipo di ricetta. I problemi possono nascere nel
modo/tempo/tecnica con cui si montano i bianchi, oppure nel
tempo/modo/forno con cui si effettua la cottura. Un piccolissimo
particolare può mandare all'aria lo sforzo che si è fatto, il tempo
che gli si è dedicato e determinare lo spreco di ingredienti che
avrebbero facilmente e felicemente dato vita a preparazioni più
collaudate. Ma se non ci si mette alla prova non si può capire di
cosa si è capaci ed allora decido di provare. Prendo la ricetta della base da una serie di siti trovati sul web che si rifanno all'originale ricetta austaliana. Ho deciso di
completarla con una namelaka tratta dal libro di Maurizio Santin "Pasticceria. Le mie ricette di base" modificandola con l'aggiunta della crema di scorze d'arancia candita la cui ricetta si trova qui.
Namelaka al cioccolato e arancia
380 gr di cioccolato fondente
300 gr di latte
15 gr di glucosio
5 gr di gelatina
600 gr di panna
40 gr di crema di scorza d'arancia candita
Mettere a bollire il latte con il glucosio. Aggiungere la gelatina
precedentemente ammollata in acqua fredda. Versare il tutto sul
cioccolato e mescolare per amalgamare. Incorporare la panna liquida e
la crema di canditi. Conservare in frigorifero per almeno 12 ore.
Montarla con il frullatore elettrico prima di utilizzarla.
14 gr di amido di frumento
6 albumi
5 gr di cremor tartaro
268 gr di zucchero semolato
5 gr di scorza d'arancia disidratata in polvere
5 gr di aceto bianco
Preriscaldare il forno a 300°.
Montare con la planetaria o con il frullatore elettrico gli albumi ai
quali si è aggiunto il cremor tartaro. Aggiungere lo zucchero un
cucchiaio alla volta ed attendere, prima di aggiungere il successivo, che
il primo sia stato inglobato. Aggiungere, sempre montando, l'amido di
frumento insieme agli ultimi cucchiai di zucchero. Terminare
aggiungendo l'aceto e la scorza d'arancia.
Su una teglia da forno disporre la meringa dandogli una forma che
abbia una depressione nel centro, in modo tale da raccogliere la
crema. Infornare dopo aver abbassato la temperatura a 100°. cuocere
per un'ora ed un quarto o un'ora e mezza. Lasciarla freddare
all'interno del forno.
Farcire i gusci di meringa con la namelaka montata ed alcune scorze d'arancia candita.
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