Questo è il risultato di un delirio da Colors and food. Tutto è iniziato con la pubblicazione sul blog del post per il mese in corso. Cucina fusion e verde...mmmmmhhhh!!! Ovviamente ho letto con attenzione il post, ma evidentemente mi sono focalizzata su alcuni specifici contenuti. Nel post si fa riferimento alla cucina asiatica ed io parto per la tangente...Asiatica = giapponese!!!! Posso cogliere l'occasione per preparare un piattino di noodles che m'ispirano tanto e non trovo mai l'occasione per provare. Intanto giro vorticosamente per la rete alla ricerca d'ispirazione. Mentre vortico mi viene in mente che in questo periodo avrei difficoltà a provare un piatto salato. Ho un ospite in casa che si dedica alla cucina ed è piuttosto tradizionalista. Dovrei scalzare l'ospite dai fornelli per proporre un piatto che non verrebbe accettato con entusiasmo...Forse è meglio se provo a concentrarmi sui dolci, questi sono ancora in mio potere...e che cosa trovo...dei dolcetti che hanno un'aria familiare.
Sono delle pallette che nella mia mente ricordano tanto i dolcetti a palletta a me più familiari, i gueffos. Come mettere insieme questi dolcetti giapponesi, i daifuku mochi, con i dolcetti tipici sardi? La risposta è nel utilizzare i gueffos come farcitura dei daifuku mochi, che a quanto vedo sono farciti in diverse maniere. Ma non basta, mi serve anche un tocco di verde...come fare?? Da un po' di tempo cercavo l'occasione per provare a realizzare la crema di pistacchi come dice Christophe Felder ne suo libro "Macarons". Quale migliore occasione per mettersi all'opera? La pensata è quella di farcire il gueffo con la pasta di pistacchi ed utilizzarlo per farcire il daifuku mochi....A pensarla non sembrava un'idea poi così complicata, ma realizzarla è stata una procedura un pochetto lunga ed il risultato, sebbene apprezzato, dal mio punto di vista non è poi tale da giustificare tempo e pazienza. C'è anche da considerare che non ho mai assaggiato uno di questi dolcetti nella loro versione originale e non sono in grado di fare paragoni. Un'altra considerazione da fare è che dalle mie parti non è facile trovare alcuni ingredienti di base che in Giappone sono evidentemente comuni come da noi lo è la pasta. Ne consegue che io li ho realizzati con elementi reperibili ma non esattamente coincidenti con la ricetta originale. A questo punto, messe avanti tutte le mani possibili entro nello specifico. I principali riferimenti che ho trovato sul web si trovano qui ,qui , qui , qui e qui . Si tratta quindi di un involucro fatto con un impasto di farina di riso (in Giappone se ne trova in commercio una con l'aggiunta di glutine) che racchiude una farcitura che può variare. La farcitura tipica è con una pasta dolce di fagioli rossi, azuki, ma oltre a questa si può trovare un frutto, come una fragola o del cachi. Ovviamente io ho usato la farina di riso che si trova nei normali negozi; per la pasta dolce di fagioli, Anko, ho usato gli azuki, ma leggevo che anche di questi ne esistono diverse varietà e che, quella da me usata, non permette di ottenere una pasta scura ma tendente al violaceo. L'Anko ed i gueffos li ho fatti nei giorni precedenti a quello in cuoi ho fatto l'impasto di riso perché il ripieno fosse pronto quando avrei composto i dolcetti.
Anko
300 gr di fagioli azuki
300 gr di zucchero
un pizzico di sale
acqua
Sciacquare i fagioli in uno scolapasta e metterli in ammollo per almeno 8 ore, io li ho lasciati per 24 ore a causa di impegni vari. Si scolano i fagioli, si mettono in una pentola e si coprono d'acqua ben oltre il livello dei fagioli. Si porta il tutto ad ebollizione, si formerà una schiuma bianca. Si sciacquano i fagioli per bene, si sciacqua anche la pentola per eliminare i residui di schiuma, e si ripete l'operazione di bollitura per altre 3 volte. A questo punto i fagioli, sciacquati, si mettono in una pentola con 1,3 l di acqua, quando inizia a bollire si abbassa i fuoco e si lasciano sobbollire per circa 2 ore, coperti. Quando i fagioli si romperanno schiacciandoli con le dita si aggiunge lo zucchero ed il sale e si continua a cuocere finché l'impasto si addensa e si può vedere il fondo della pentola passandoci sopra una spatola di legno. Io, per amalgamarli meglio, li ho frullati con il frullatore ad immersione. Ho lasciato freddare il composto.
Crema di pistacchi
100 gr di pistacchi
50 gr di sciroppo di orzata
Frullare nel mixer i pistacchi con l'orzata finché il composto non diventa una crema. Io l'ho ripassato con il frullatore ad immersione perché il composto era troppo poco per il frullatore a bicchiere.
Gueffos
100 gr di mandorle dolci tritate
60 gr di zucchero
60 gr di acqua
Far cuocere in un pentolino lo zucchero con l'acqua fino a che si raggiunge una consistenza leggermente sciropposa. Fuori dal fuoco, aggiungere le mandorle e mescolare per amalgamare bene.
La pasta di riso (mochi)
280 gr di farina di riso
20 gr di amido di riso
350 gr di acqua
150 gr di zucchero
1/2 cucchiaino di vanillina
fecola di patate
In una pentola antiaderente far bollire l'acqua, aggiungere la vanillina e lo zucchero e mischiare finché non si saranno dissolti. Aggiungere la farina di riso con l'amido. Mescolare finché il composto non si stacca dalle pareti ed appare omogeneo.
Composizione
Preparare per primo l'impasto di fagioli e conservarlo in frigorifero. Preparare la pasta di pistacchi in modo che sia pronta quando si andranno a fare i gueffos. Preparare l'impasto dei gueffos e con questo formare delle palline. Formare un'incavo all'interno della pasta di mandorle in cui posizionare la crema di pistacchi e chiudere la pallina. Prelevare una quantità di anko sufficiente ad avvolgere il gueffo e lavorarlo in modo che diventi sferico. Preparare tutte le palline di ripieno prima di fare la pasta di riso. Una volta pronta quest'ultima si versa su un piano cosparso di fecola. Prelevare, con le mani infarinate nella fecola, la quantità d'impasto di riso che servirà per ricoprire la pallina di ripieno e coprirla fino a racchiudere il ripieno. Continuare fino ad esaurire tutti i componenti.
Con
questa ricetta partecipo al contest Colors
and food, cuisine fusion & green color di
febbraio 2013.
Una preparazione particolare che mi piacerebbe provare. Hanno un aspetto delizioso, complimenti.
RispondiEliminaIn bocca al lupo...io ci ho impiegato qualche giorno..
Eliminama cavolo pensa te che questi splendidi dolcetti li ho preparati anche io qualche giorno fa!sono super vero?;)bacione
RispondiEliminaMa daiii!!!....non dirmi che li fai spesso?!!? Io li ho trovati davvero laboriosi! come dico nel post non conosco l'originale e posso dare un giudizio solo su questa mia versione,a me sono piaciuti, ma forse il gusto della parte tradizionale è sovrastata da quella della farcitura al gueffo con pistacchi, piuttosto presente...mi raccomando posta la tua versione così ci possiamo confrontare..
EliminaA presto!
Io dico che sei stata super a fare questi cicciotti di Daifuku, non sono per nulla facili!! io li ho assaggiati solo una volta e sono davvero particolari per sapore e consistenza, ma non avevo idea di come si facessero. Grazie per l'illuminazione e per lo spirito con cui ti sei messa in gioco, apprezzo tantissimo!
RispondiEliminaun abbraccio e buona serata, Vale
Grazie Valentina! Mi è piaciuta l'idea di sfruttare l'opportunità che ci avete dato per fare qualcosa che per me è davvero sperimentale!
EliminaA presto!
Complimenti per la fantasia, mi hai fatto ricordare che anni fa in un ristorante cinese ho assaggiato una torta fatta con gli azuki.
RispondiEliminaGrazie, con un piccolo aiuto dal web, e si a quanto pare questa pasta di azuki è molto utilizzata nella pasticceria, navigando ho incontrato anche torte farcite con questo preparato!!
EliminaA presto!
ma guarda che sei stata bravissimissima!!!! ci hai pensato talmente tanto che ti è venuta proprio una genialata!
RispondiEliminaGrazie Elena, sei davvero molto gentile, sono lusingata!!!
Eliminabravissima sembrano ottimi!!!
RispondiEliminaGrazie Cinzia! Sono buoni ma, come spiego più su, non credo che li farò di nuovo...
EliminaUn abbraccio!
Mamma mia.. devono essere buonissimi!
RispondiEliminaEssendo appassionata di Giappone, purtroppo ahimè, non ho mai assaggiato un piatto giapponese, ma ho letto un po' di versioni di questo dolcetto.
Credo che la persona più adatta a darti un consiglio è Anna di "c'è di mezzo il mare".
Comunque è bello sapere che anche si riescono a realizzare pietanze di altri paesi cercando di usare gli ingredienti che troviamo qui in Italia. Non è facile, ma si apprezza sempre lo sforzo.
Sono davvero curiosa di questi daifuku mochi *__*
Grazie comunque per essere passata, in effetti hai ragione, Anna sarebbe la più adatta!!
EliminaSembrano ben fatti, ma sai che potrei dare il mio giudizio solo dopo averli assaggiati :)))
RispondiEliminaScherzo!!!
Certamente non saranno uguali a anko-mochi o ichigo-mochi (ichigo=fragola) che si vendono qui, a causa delle materie prime (non so se cercando si potrebbe trovare anche in Italia "mochiko", la farina di riso per mochi, è un riso diverso), ma mi sembrano veramente golosi, sei stata bravissima.
Bella l'idea di unire due culture
Un abbraccio :)
Se non temessi che ti possano arrivare putrefatti te ne potrei mandare qualcuno...in effetti qui i prodotti che arrivano dall'estero non sono tantissimi e spesso sono già prefiniti...mi sono un pò arrangiata!!
EliminaGrazie comunque per aver dato uno sguardo!!!